Mi è venuto in mente ieri perché da è poco passato il giorno con cui si conclude di nuovo un comparto di tempo misurato arbitrariamente e chiamato un anno. I calendari sono mutati nei secoli e così ci riflettevo su…
É bello festeggiare, feateggiarsi, un giorno per sé più di altri. Ma se il giorno identificato, legale, marchiato pure nel codice identificato personale, per carità mi sta bene, lo festeggio volentierissimo, guai chi me lo tocca! E’ il giorno in cui la nostra anima é venuta fuori nel suo corpo di ciccia formato da la donna che si é fatta porta per noi su questo piano esistenziale, la mamma, quindi é tutto molto bello e affettivo.
Però io di giorno ne voglio ricercare anche un altro. Quello forse più vero ancora, anche se meno eclatante e certo. Me ne vado in cerca di un papabile giorno di concepimento. Quando ha preso la sua strada quell’ovulo che poi andando incontro al suo destino, anzi al mio, sono diventata io grazie all’altra metà di geni.
Il mio giorno di ingresso in questa vita, ancora in maniera incerta, vaga, insicura, in forse, ma sì, iniziavo ad esserci.
Ho deciso che sarà il giorno di luna nuova del mese deputato, quello si può contare a ritroso. Sarà il mio giorno. Ma segreto. Nessuna autorità lo conosce e se ne serve per contarmi o mandarmi conti da pagare. É solo la mia festa. Così ne avrò due. Una saputa e una segreta. Luce e ombra. Così é la vita.